The Road (2009)

Storia e temi

Humenhoid
21 min readFeb 12, 2022

Humenhoid ha analizzato la struttura narrativa di The Road (J. Hillcoat, 2009), versione cinematografica del romanzo originale di Cormac McCarthy (Knopf, 2006).

  • Attenzione: contiene informazioni chiave e l’epilogo del racconto.*
    L’analisi approfondita integrale è disponibile qui.
La sequenza iniziale descrive il mondo prima del collasso, descrivendo la vita del Padre (Viggo Mortensen) e della Moglie (Charlize Theron) fino alla notte della catastrofe.
Dopo la breve sequenza di ricordi, il monologo del padre (Viggo Mortensen) introduce il tempo presente della narrazione descrivendo lo scenario distopico e la missione primaria dei protagonisti.

1. Introduzione

1.1. Il realismo della distopia
Il racconto di The Road è incentrato sul viaggio di un uomo e di un bambino (entrambi mantenuti senza nome), diretti a piedi verso la costa meridionale degli Stati Uniti trasportando soltanto un carrello di poche provviste, in un disperato tentativo di sopravvivere a un clima proibitivo e in un territorio ormai disabitato e pericoloso.

1.2. Elementi informativi e narrativi
In una narrazione cinematografica, semplificando il discorso a condizioni elementari, l’interazione tra la componente testuale (il linguaggio verbale) e la componente visiva (l’immagine) determina l’equilibrio informativo e la comprensione di una rappresentazione. Lo studio di tale equilibrio consente di esaminare le unità comunicative fondamentali di un racconto, individuandone temi, elementi cardinali e aspetti figurativi.

Applicata a The Road, l’operazione permette di sezionare la struttura compositiva del racconto e di analizzare le scelte progettuali compiute
sia in ambito narrativo (l’adattare il romanzo in forma cinematografica), sia iconografico (il concepire le immagini e il loro valore figurativo) scomponendo l’intera architettura comunicativa in una serie di elementi informativi fondamentali.

In sintesi, è possibile elencare sette elementi cardinali:

  1. Il mondo distopico
    Le caratteristiche geofisiche, le coordinate cronologiche e spaziali del mondo finzionale.
  2. Il viaggio
    Il percorso, le motivazioni e le condizioni del viaggio intrapreso dai protagonisti
  3. Degenerazione umana e cannibalismo
    Il contesto antropologico del mondo e, in particolare, il profilo dei soggetti antagonisti.
  4. Il senso morale dell’umanità
    I rapporti interpersonali tra padre e figlio
    e il concetto di fuoco interiore come metafora di valori positivi.
  5. Il tragico passato
    I retroscena catastrofici e le note biografiche del padre e della moglie prima e dopo la crisi.
  6. La morte del padre
    Il sacrificio del genitore e la salvezza del figlio.
  7. L’epilogo aperto
    Il figlio accolto da una nuova famiglia adottiva di sopravvissuti.

3. Storia e temi

3.1. Il mondo distopico
Elemento chiave nella definizione del mondo a tema apocalittico di The Road è un improvviso evento catastrofico avvenuto in passato[15]. L’esatta causa del disastro non è mai rivelata esplicitamente, ma le testimonianze del padre
e le visibili conseguenze ambientali sembrano alludere a un devastante cataclisma naturale, combinato poi con altri fattori di crisi (idrica, energetica, alimentare, chimica, nucleare ecc.). Ricostruendo indicativamente l’itinerario di viaggio deciso dal padre, l’area geografica colpita (oltre ai dichiarati effetti a livello mondiale) interessa soprattutto Stati Uniti d’America centrali e meridionali, e in particolare l’area compresa tra il Mississippi interno e il Texas costiero[16], meta finale dei due viaggiatori.

3.1.2. La catastrofe
Dopo la catastrofe, il mondo ha subìto drammatici e radicali cambiamenti climatici trasformandosi in un ambiente estremo e ostile. Le condizioni ambientali e fenomeniche dominanti includono:

  • Il proibitivo disequilibrio ecologico ha estinto le specie animali e logorato le coltivazioni riducendo drasticamente la disponibilità di cibo e il numero di organismi viventi.
  • L’assenza quasi totale di luce solare ha causato nubi costanti, precipitazioni e un clima freddo.
  • Intensi fenomeni sismici hanno alterato il paesaggio e distrutto strade e centri abitati.
  • Violenti incendi spontanei inceneriscono la vegetazione e devastano il territorio inquinando l’aria e l’acqua[17].

3.2. Il viaggio

Lasciata la casa originaria dopo il suicidio della moglie e il freddo incontrastabile, padre e figlio cominciano un viaggio a piedi diretti verso la costa meridionale con la speranza di trovarvi migliori condizioni climatiche.[18]

3.2.1. La sopravvivenza
Profughi in un mondo devastato, padre e figlio cercano di lottare contro la fame e il freddo muovendosi in direzione del mare. In breve, l’esperienza del loro viaggio comprende:

  • Il transito in molteplici ambienti: zone montuose, aree boschive e innevate, tratti di pianura, centri urbani e infine la costa marina.
  • L’ispezione di luoghi abbandonati (stazione di servizio, fattoria, centro commerciale, case, città, rifugio sotterraneo, relitto di nave ecc.)
  • Soste e momenti di ristoro durante il cammino (grotta, pianura, bosco, autocarro, chiesa in rovina, parco divertimenti[19], spiaggia).
  • La ricerca continua di risorse e di provviste, trasportate con due zaini e un carrello del supermercato ricolmo di borse e contenitori.
  • Una carta geografica degli Stati Uniti numerata a mano dal padre per orientarsi, e un binocolo.
  • Una pistola con due proiettili per commettere suicidio in caso di cattura o di grave ferimento.
  • Situazioni di pericolo causate da fenomeni naturali (un incendio e un terremoto) o da soggetti ostili (cannibali e profughi armati).
  • L’incontro con due vagabondi (il vecchio e il ladro) e altre situazioni di pericolo espongono il padre e il figlio a reagire compiendo scelte morali contrastanti.
Il viaggio

3.2.2. La salvezza

Rischiata la vita ispezionando una casa abitata da cannibali, padre e figlio riescono a fuggire e proseguono il loro viaggio alla disperata ricerca di cibo. Proprio quando la situazione diventa critica, nel giardino di una casa abbandonata l’uomo scopre casualmente una botola metallica sopra un deposito sotterraneo ancora pieno di provviste.

La scoperta del rifugio determina:

  • Il ritrovamento di riserve alimentari ancora commestibili, di scorte d’acqua e di biancheria.
  • La protezione da maltempo, freddo, terremoti, incendi e da possibili avvistamenti nemici.
  • La disponibilità di carburante, di letti comodi e la possibilità di cucinare alimenti con fornelli.
  • Migliori condizioni di igiene: l’uomo e il bambino riescono a lavarsi usando acqua riscaldata, sapone e indossando poi abiti puliti.
  • La condivisione di un’esperienza intima e positiva tra padre e figlio in un luogo sicuro.
Il rifugio sotterraneo

3.3.3. La morte
Il viaggio è costantemente legato a un equilibrio emotivo incentrato su miseria, terrore e istinto di sopravvivenza. Dopo la catastrofe, la scomparsa di animali e coltivazioni, il collasso di nazioni e civiltà, e i crimini perpetrati tra l’umanità rimasta hanno definito una distopia esistenziale segnata dalla distruzione e dal delitto, dove la morte è divenuta un elemento fondante del nuovo mondo:

  • Il fuoco, i terremoti, l’assenza di raggi solari e la cenere hanno reso l’ambiente sterile e provocato disastri, carestie e conflitti.
  • I cannibali vedono la morte come la risposta logica per sopravvivere: la paura e l’omicidio regolano le interazioni sociali tra gli uomini.
  • La morte del padre conclude il ciclo mortifero di un mondo ormai distrutto, forse anticipando una lenta fase di rinascita di un’umanità nuova, risorta solidale dalle ceneri del passato[20].

3.4. Degenerazione umana e cannibalismo

Trovando una macabra giustificazione dopo la catastrofe tra la fame e la disperazione di menti fragili e deviate, il cannibalismo è emerso come un tragico fenomeno distintivo di gruppi umani devoti a sopravvivere sovvertendo qualsiasi codice etico: in un mondo crudele, ormai desolato e senza legge, bande di uomini armati perlustrano senza sosta strade e boschi alla ricerca di profughi e superstiti da derubare, imprigionare e uccidere.

3.4.1. Cannibali in transito
Guidando un grosso furgone usurato e senza targa, la banda di cannibali risale una buia galleria fermandosi, a causa di un guasto meccanico, in strada, proprio vicino a dove il padre e il bambino si sono nascosti sentendo arrivare il veicolo. La banda è composta da dodici uomini (la cabina di guida ospita soltanto un autista), armati di mazze, asce e fucili da caccia muniti di ottica[21]; uno di loro presenta una gamba amputata.[22]

Dopo che il padre spara e uccide uno dei criminali salvando la vita al bambino[23], i due sono costretti a fuggire immediatamente e a nascondersi nel bosco, cercati dai cannibali per tutta la notte. Il carrello delle loro provviste, abbandonato sulla strada durante la fuga, è poi saccheggiato, lasciando padre e figlio senza riserve di cibo.

3.4.2. Cannibali della casa
Rimasti senza provviste, il padre e il bambino decidono di ispezionare una villa apparentemente abbandonata. All’interno, nel disordine generale, sono visibili bagagli di vario tipo, un cannocchiale montato su un treppiede davanti alla finestra con una campana collegata, una bici statica, un carrello e decine di scarpe ammassate in un cumulo.[24]

In cucina, stoviglie e pentole sporche riempiono il lavandino. Trovata e forzata una botola chiusa con un lucchetto, il padre e il bambino scoprono una cantina sotterranea usata come prigione, con varie persone detenute dai proprietari come fonte di cibo.[25] Quando rientra, il gruppo di cannibali è composto da sei persone: quattro uomini e due donne.[26] Le armi visibili a loro disposizione comprendono una carabina e un fucile a pompa.

3.4.3. Cannibali del bosco
Durante il passaggio in una zona boschiva, il padre scopre casualmente un ipotetico insediamento umano costituito da almeno quattro piccole case in legno, tutte costruite a breve distanza. Poco lontano, otto crani umani sono impalati con dei bastoni, mentre altri teschi sono posizionati alla base di un albero, probabilmente a segnalare l’entrata in un territorio ostile[27].

Procedendo oltre, una grossa pozza di sangue nella neve, con diverse impronte, testimonia una violenta colluttazione e anticipa l’arrivo di un gruppo di uomini intenti a inseguire una giovane donna e un bambino[28], poi accerchiati e brutalmente uccisi.

I cannibali in transito
I cannibali della casa
La botola della cantina — Uomini e donne sono imprigionati e mutilati dai proprietari cannibali per ricavarne scorte di cibo. Un disperato tentativo di rivolta dei prigionieri distrae i banditi e permette al padre e al figlio di fuggire dalla casa nascondendosi all’esterno, aspettando la notte prima di rimettersi in cammino.
I cannibali del bosco mentre inseguono una donna e un bambino.

3.5. Il senso morale dell’umanità

In un mondo ormai devoto a una crudeltà estrema, padre e figlio ripudiano la violenza ingiustificata trovando conforto in un intenso amore reciproco, e in una semplice, ma profonda visione spirituale.

3.5.1. Il fuoco interiore
Dopo il primo, traumatico incontro con i cannibali del furgone, il padre introduce al figlio il concetto di fuoco interiore: una fiamma immaginaria, dentro il corpo, che distingue i buoni dai cattivi.

Il concetto di fuoco implica molteplici riflessioni:

  • L’immagine della fiamma richiama uno dei quattro elementi universali identificati nel pensiero filosofico della Grecia antica, considerati la materia divina di cui è composto lo spirito umano e il cosmo.
  • Le Vestali, vergini sacerdotesse della Roma antica, erano addette al culto della dea Vesta e alla custodia del fuoco sacro, metafora della famiglia e dello Stato.
  • In un mondo cupo e freddo, il fuoco (esclusa la negativa connotazione incendiaria e mortifera) rappresenta luce, calore, sicurezza, presenza umana; una risorsa e un elemento attivatore di riposo, guarigione e di sensazioni positive.
  • Usando il fuoco come riferimento metaforico, il padre riesce a rendere concreto un concetto astratto, convertendo il discorso spirituale (la coscienza morale) in un elemento materiale[29], (il fuoco) e riuscire a parlare con il figlio, nato dopo la catastrofe, dei valori fondanti e di un senso morale di una civiltà ormai scomparsa.
  • Il padre considera il figlio una creatura divina: innocente, sincero e solidale il bambino è identificato, in ottica religiosa cristiana,
    come un portatore di luce, ovvero, un angelo, un messaggero del verbo di Dio inviato a protezione di un’umanità caduta in declino.

3.5.2. Il vecchio
Ripartiti dal deposito sotterraneo per motivi di sicurezza dopo dei sospetti rumori notturni, il padre e il bambino incontrano sulla strada un anziano profugo. L’insistenza del bambino convince il padre a concedere al vecchio una lattina di cibo che però l’uomo, stremato, rigurgita quasi subito. Invitato dal padre a unirsi a loro per cena, il vecchio si presenta col nome di Ely e, proseguendo insieme il cammino, viene preso affettuosamente per mano dal bambino, subito rimproverato dal padre. In serata, riuniti intorno al fuoco col bambino addormentato, il vecchio e il padre iniziano una conversazione:[30]

  • Il vecchio racconta di essere quasi cieco, ma la condizione si rivela una parziale falsità quando il padre estrae la pistola a fini intimidatori.
  • Il vecchio rivela di avere creduto di essere morto proprio quando ha visto il bambino in strada, considerandolo un angelo.
  • Il vecchio aveva un figlio, morto in circostanze sconosciute, e forse sospette.[31]
  • Il padre dichiara di considerare il bambino come un angelo, come un dio.
  • Il vecchio ricorda che la catastrofe fu anticipata da alcuni segnali: indizi che lui ha sempre creduto premonitori della fine del mondo.[32]
  • Il vecchio manifesta credenze ateistiche, ipotizzando l’assenza di dio e condannando l’intera umanità poiché diventata inumana.

L’indomani il vecchio riprende a viaggiare da solo. Quando il bambino, guardando Ely allontanarsi, rimprovera al padre il fatto di averlo praticamente abbandonato a morte certa, l’uomo motiva la propria scelta ricordando al figlio la disponibilità limitata delle loro riserve di cibo.

Il vecchio (Ely).

3.5.3. Il ladro
Derubati di tutte le provviste in un momento di distrazione, padre e figlio riescono a rintracciare il ladro in fuga lungo la costa con il loro carrello. Quando vede avvicinarsi il padre, l’uomo si ferma, pronto a battersi armato di un coltello:

  • Inizialmente ostile, il ladro (un afroamericano) lascia il coltello e si arrende. Le mani presentano entrambi i pollici amputati.[33]
  • Il bambino implora ripetutamente il padre
    di non uccidere l’uomo, che viene risparmiato.
  • Il ladro ammette di averli derubati perché affamato e fa notare al padre di non aver fatto del male al bambino al momento del furto.
  • Requisito il carrello, il padre obbliga il ladro
    a spogliarsi, lasciandolo completamente nudo.
  • Contrariato dal comportamento del padre,
    il bambino lo convince a tornare indietro per lasciare al ladro dei vestiti e una lattina di cibo, ma l’uomo è assente, sparito tra le dune.
Il ladro

3.5.4. I sopravvissuti armati
Colpito con un freccia in un agguato, il padre riesce a sparare con la pistola lanciarazzi verso una finestra e a colpire l’arciere. Nonostante la ferita, il padre decide di irrompere nell’edificio:

  • Trova un afroamericano a terra, morto, con il razzo esploso nel petto mentre tendeva l’arco per colpire nuovamente. Accanto al corpo, una donna sconvolta è interrogata dal padre, accusata di averli pedinati. La donna lo insulta e motiva l’attacco accusando specularmente l’uomo di averli seguiti per primo.

Lo scontro dimostra come la disperazione e la violenza istintiva hanno tragicamente prevalso sui concetti di fiducia e compassione, di dialogo
e ragione, condannando il padre e i profughi a un delirante conflitto di paranoia e incomunicabilità, destinato a concludersi tra rimorso e morte.

L’agguato dei profughi armati di arco.

3.6. Un tragico passato

Tormentato dal passato e depresso nel presente, il padre rivive nei sogni i momenti di felicità vissuti con la moglie, ormai perduti per sempre dopo la catastrofe e il suicidio della donna.[34]

3.6.1. La moglie
La storia personale della moglie è descrivibile considerando due coordinate temporali: il periodo antecedente alla catastrofe, e il periodo seguente.

Nei ricordi antecedenti alla catastrofe:

  • L’uomo e la donna hanno una vita serena, di amore e benessere. Sono rappresentati nel giardino della loro casa durante la stagione primaverile tra le piante fiorite. L’uomo, in camicia, accarezza dei cavalli in un prato [35] La lampada esterna è accesa anche di giorno.
  • L’uomo e la donna, in abiti eleganti, assistono a un concerto di musica classica.[36] Il marito le accarezza la gamba fino a massaggiarle il sesso, mentre lei sorride in silenzio verso il palco.
  • La donna suona insieme all’uomo un ritornello al pianoforte e poi le loro mani si toccano. L’uomo indossa il solito orologio cromato.
  • L’uomo e la donna si contemplano sul letto; accanto a loro un televisore. Fuori in giardino, una grande amaca dondola al sole con sopra un cappello di paglia, due riviste e un telo verde. Vicino, una griglia in acciaio per cucinare.[37]
  • Fermo con l’auto in riva al mare durante l’alba, l’uomo sveglia con dolcezza la moglie addormentata sul sedile anteriore.[38]

Nella serie di ricordi seguenti alla catastrofe:

  • In una notte il mondo cambia per sempre:[39] svegliato dai bagliori causati dal cataclisma, l’uomo si precipita in bagno a raccogliere riserve d’acqua. L’elettricità è già assente. La moglie è incinta. Fuori, le persone urlano.
  • Depressa, la moglie guarda fuori dalla finestra seduta al pianoforte.[40] All’esterno, il forte vento trasporta il fumo dalle colline in fiamme. In casa, candele, cibo in scatola, batterie, taniche d’acqua, e oggetti sparsi testimoniano le drammatiche condizioni di sopravvivenza. Intenta a mangiare dei fagioli preparati dal marito, la donna manifesta improvvisamente la rottura delle acque dalla placenta. Inizialmente agitata e contraria a partorire per motivi pessimistici, la moglie è infine convinta e assistita dall’uomo, e nella notte, tra urla di dolore e di disperazione, nasce il bambino.
  • L’aumento del freddo e la mancanza di carburante costringono l’uomo a distruggere il pianoforte con una scure per ricavarne legna da ardere. La moglie assiste rassegnata con in braccio il figlio ancora piccolo (3–4 anni di età).
  • Rimasti soltanto due proiettili a disposizione, la moglie rimprovera il marito e manifesta l’intenzione di suicidarsi insieme al figlio per evitare di venire catturati, stuprati e uccisi dai cannibali. Mentre i genitori discutono, il bambino (ora di 9–10 anni di età) disegna sul muro con dei pastelli.[41] Consapevole di non riuscire a convincere il marito, la donna restituisce la pistola e si sposta a lavare i capelli al bambino, ormai completamente apatica verso lo sguardo affettuoso del figlio. Fermo, in piedi accanto alla porta, il padre li osserva da dietro e poi si allontana.
  • Una notte, ormai stremata e decisa a suicidarsi, la donna si spoglia di giaccone e cappello e prima di abbandonare l’uomo e il bambino (senza salutarlo personalmente) suggerisce di muoversi verso sud entro il prossimo inverno. Nonostante le strazianti implorazioni del marito a restare, la donna lascia la casa e scompare nel buio circostante.
a) Il tempo della serenità + b) La notte della catastrofe
a) Il concerto di musica classica + b) Il tempo della serenità + c) Il pianoforte + d) Il dolce risveglio
a) Il declino + b) La nascita del figlio (parto)
La storia dei proiettili
a) La distruzione del pianoforte + b) Il suicidio della moglie (addio)

3.7. La morte del padre

La malattia polmonare e la ferita alla gamba obbligano l’uomo a interrompere il viaggio e a fermarsi con il bambino a riposare.

3.7.1. La fine come inizio
Abbandonato il carrello in strada dopo un grave attacco di tosse con secrezioni emorragiche, padre e figlio si spostano a piedi in spiaggia. Sognando la moglie addormentata in auto in riva al mare, l’uomo si risveglia sdraiato supino sulla sabbia, con accanto il bambino teneramente sorridente. Durante la notte le condizioni di salute del padre peggiorano e il figlio, in silenzio davanti al fuoco, inizia a capire la gravità della situazione. L’indomani l’uomo confessa al bambino di stare morendo e lo invita a continuare il viaggio da solo, muovendosi verso sud come hanno sempre fatto, e a portare il fuoco cercando altri sopravvissuti. Nonostante la tragica condizione, l’uomo capisce di non essere in grado di mettere fine alla vita del bambino e consegna al figlio la pistola, rimasta carica con un solo proiettile. Nella notte, mentre il bambino dorme, il padre rivolge un ultimo sguardo al cielo e muore.
Il mattino seguente, il bambino compiange il padre e veglia sul corpo accanto al fuoco per un giorno intero, coprendolo poi con una coperta prima di ripartire.

Si riportano alcune semplici constatazioni:

  • Da naturale protettore e custode del bambino, il padre è ora protetto e accudito dal figlio.
  • Il padre sceglie di non uccidere il figlio, ritenuto sacro, e ne preannuncia la salvezza.[42]
  • La morte del padre è parte del ciclo mortifero del mondo passato, mentre il bambino, accolto in una nuova famiglia, è destinato a vivere un futuro potenzialmente positivo.[43]
La morte del padre

3.8. L’epilogo aperto

Morto il padre, il figlio si incammina in spiaggia. L’improvvisa comparsa di uno sconosciuto armato crea un’immediata situazione di pericolo.

3.8.1. Una nuova famiglia
Lasciato il corpo del padre e recuperati binocolo, pistola e il proprio zaino, il bambino ritorna verso la riva a contemplare il mare e la nebbia. Improvvisamente, in lontananza, si avvertono i latrati di un cane e, quasi simultaneamente, compare un uomo in rapido avvicinamento[44]. Spaventato, il bambino estrae subito la pistola mirando contro lo sconosciuto per mantenerlo a distanza di sicurezza: l’uomo ha un aspetto ostile, è armato di fucile e presenta il pollice sinistro amputato.[45] Lo sconosciuto allora si ferma, chiede al bambino del padre, e poi lo invita a continuare il viaggio insieme. Temendo di parlare con un cannibale, il bambino interroga l’uomo per valutarne le intenzioni. Quando questi dichiara di avere una moglie e dei figli e di portare il fuoco, il bambino decide di fidarsi e di unirsi a loro.

Detto definitivamente addio al padre, il bambino è infine accolto dalla nuova famiglia di viaggiatori: il veterano, una donna, due bambini (fratello maggiore[46] e sorella) e un cane di piccola taglia.[47] La donna, in particolare, rivolge al bambino rassicuranti parole di affetto.

Si presentano alcune considerazioni:

  • L’uomo armato aumenta le potenzialità offensive, difensive e le generali capacità di sopravvivenza del gruppo familiare.
  • La donna soddisfa il desiderio del bambino di ritrovare una figura materna di riferimento.
  • Abituato a convivere tra adulti, il bambino si relaziona per la prima volta con altri bambini.
  • Le future possibilità procreative del bambino e della figlia del veterano sono favorite dalla loro diversificazione genetica.
  • L’esistenza di un gruppo umano pacifico rende plausibile l’esistenza di altri sopravvissuti con cui creare comunità solidali.
a) L’uomo sulla spiaggia (veterano) + b) La nuova famiglia

Note

[18] Nel film, la direzione è suggerita dalla moglie e può sottintendere la disastrosa condizione di altre aree statunitensi (settentrionali e orientali), o la presenza di pericoli imminenti (crolli, incendi, uragani, aggressioni).

[19] Il luogo reale delle riprese è il parco divertimenti sul lago Conneaut (Pennsylvania), parzialmente distrutto da un incendio nel 2008.

[20] Il ritrovamento di uno scarabeo vivo da parte del bambino (poco prima del ferimento del padre; 1:28:06) rappresenta l’unica forma di vita animale incontrata durante il viaggio (escluso il cane del veterano), e può testimoniare l’inizio di un graduale cambiamento ambientale positivo.

[21] Nel libro (p. 47), i cannibali del furgone indossano maschere antigas e una tuta antiradiazioni, elementi omessi da Hillcoat per evitare riferimenti a Mad Max, la trilogia distopica creata da George Miller riavviata nel 2015 con un nuovo capitolo (Mad Max: Fury Road). Vedi https:/goo.gl/u8XgEy

[22] Non è escluso che l’uomo sia stato il primo componente a sacrificarsi facendosi amputare la gamba dopo una decisione comune. La presenza nella banda di una donna e di un uomo di origine africana (forse tre considerando anche il membro con il passamontagna bianco e l’autista), denota l’assenza di particolari forme di discriminazione tra i predoni (vedi anche l’uomo di etnia africana visibile tra i cannibali del bosco (1:12:58).

[23] Allontanatosi dalla strada per urinare (13:36), l’uomo scopre il padre
e il bambino nascosti nel bosco. Quando il padre chiede “Da dove venite?”, il cannibale risponde “È importante?” sottolineando l’inutilità dei confini geografici e amministrativi ordinari. Parlando di dettagli, si nota che il bandito indossa un cappello con riportato la sigla “MKM gas”, eventuale rimando a un’azienda di carburanti, ma anche, curiosamente, acronimo di “ManKill(s)Man” [UomoMangiaUomo]; ma si tratta di teorie personali. Nel romanzo l’uomo è descritto “Come un animale nascosto dentro un cranio che guarda fuori attraverso le orbite. […] e la figura di un uccello tatuata sul collo […]” (p. 49). L’immagine di un uccello ritorna nelle illustrazioni disegnate dal bambino nella casa originaria, prima del viaggio (20:44). Riguardo il significato della figura tatuata sul cannibale, un’ipotesi può identificare l’animale come il simbolo di una comune o l’emblema della banda del furgone, o rappresentare semplicemente un ricordo personale del mondo passato.

[24] La quantità di bagagli e il numero di scarpe presenti nella casa possono fornire una stima dei saccheggi e dei rapimenti compiuti dai cannibali.

[25] In particolare, sono distinguibili tre donne e due uomini, entrambi mutilati a una gamba. Un terzo uomo anziano tenta di trattenere il padre in fuga per farsi aiutare, affermando che saranno portati all’affumicatoio (riferendosi ai paioli e alla piattaforma lignea munita di gancio posizionati fuori in giardino e prima osservati dal bambino; 35:49).

[26] Quando il bambino nota dalla finestra il gruppo di cannibali arrivare (37:35), una delle donne tiene per mano un uomo, rendendo esplicita una loro relazione sentimentale o un possibile legame parentale.

[27] Nel romanzo (p. 69), seguendo un muro accanto ai resti di un frutteto, l’uomo e il bambino scoprono tracce di sangue secco, resti di interiora
e un fregio di teste umane deformate da colpi di mazza, decorate con tatuaggi e scuoiate. Il fregio anticipa il passaggio di un gruppo armato
di cannibali disposti in file per quattro e armati di tubi e lance, seguiti da una serie di carri (probabilmente con corpi umani) trainati da schiavi in catene, circa dodici donne di cui alcune incinte e un gruppetto di catamiti (uomini usati a sfondo sessuale) dotati di collare e incatenati (pp. 70–71).

[28] La giovane donna e il bambino possono forse essere sopravvissuti a una precedente aggressione in cui sarebbero stati uccisi un numero imprecisato di profughi, o gli stessi genitori dei giovani, scoperti a camminare nel territorio sorvegliato dal gruppo di cannibali accampato. Vedi una fotografia ufficiale dei giovani fuggitivi https:/goo.gl/gR6ZxQ

[29] La metafora compare principalmente in due sequenze: in una prima conversazione (24:00), ascoltando il padre, il bambino resta perplesso e pensieroso; in un secondo caso (41:44), parlando di cannibalismo e di scelte morali, il bambino capisce in profondità la distinzione tra bene e male, e conclude tenendo in mano un legno ardente come una torcia.

[30] Vedi la trascrizione completa dei dialoghi (segmento 27; pp. 24–26).

[31] Il romanzo (pp. 128–132) e la sceneggiatura derivata non contengono però l’informazione: la dichiarazione di paternità è stata improvvisata durante la riprese da Robert Duvall. La sequenza (1:06:57) è descritta dal regista nel commento tecnico dedicato al racconto filmico.

[32] L’ora della catastrofe ricordata dal padre (1:17) può rimandare a uno specifico verso della Bibbia e, in particolare, al libro della Genesi: “E [Dio] le collocò [il sole, la luna e le stelle] nel firmamento del cielo affinché rischiarassero la Terra”. È, forse, un richiamo a un evento astronomico.

[33] Nel libro (p. 194) il ladro ha subìto l’amputazione di tutte le dita della mano destra in seguito all’espulsione da una comune. Il riferimento esplicita la presenza di gruppi umani organizzati in comunità stabili.

[34] Mentre nel racconto filmico la moglie si suicida abbandonando la
casa originaria prima di partire per la costa, nel romanzo (pp. 43–46) l’abbandono è descritto senza riferimenti spaziali. L’uomo ricorda poi la presenza della donna sulla strada durante la tentata cattura di un cane, quando la pistola era ancora caricata con tre pallottole (p. 67). La moglie potrebbe quindi essersi uccisa dopo un periodo di viaggio (settimane o mesi) insieme al marito e al figlio, decidendo infine di andarsene e di usare una scheggia di ossidiana per procurarsi un’emorragia fatale (p. 45).

[35] Ascoltando con attenzione i suoni ambientali (00:27) si distinguono: canti di uccello, il ronzio di insetti, il latrato di un cane, un muggito, un motore, e (forse) la voce di una bambina.

[36] Il brano è “J. S. Bach, Sonata for Violin and Harpsichord no. 3 in E major, BWV 1016. Adagio ma non tanto” eseguita da Ryan Franks e Harry Scorzo. Vedi un’esecuzione alternativa https:/goo.gl/GuZCrA

[37] Accanto al letto, una bottiglia di vino, due bicchieri e forse il fumo di una sigaretta. I suoni ambientali comprendono cinguettii e un irrigatore.

[38] Proponendo un’ipotesi personale, si tratterebbe del risveglio successivo alla notte del concepimento del figlio: il luogo di origine del bambino (la costa, il mare) coincide con il luogo di fine del padre (ciclo vita-morte).

[39] La frase riprende di proposito il testo promozionale ufficiale:
“In a moment, the world changed forever.” [In un istante il mondo è cambiato per sempre.]. Vedi https:/goo.gl/VtAc8d

[40] Sullo sfondo, tra la serie di libri poggiati sul pianoforte è distinguibile un atlante della Nuova Zelanda, forse consultato per valutare un’eventuale fuga lontano dall’epicentro della catastrofe avvenuta negli Stati Uniti.

[41] I disegni (20:44) comprendono: una stilizzata figura maschile con occhi rossi, denti appuntiti e sangue dalla bocca; una sorta di asino, un uccello bianco inserito in un grande cerchio; la scritta “Kodi” (nome reale del giovane attore Kodi Smit-McPhee), e altri elementi secondari.

[42] È forse sostenibile un rimando all’episodio biblico del sacrificio di Isacco, seppure con differenze concettuali radicali (per il padre, il figlio è Dio).

[43] “This ending […] was a challenge because in the book, it goes into […] the future of when The Boy is older. So, in some ways, it’s even more optimistic in the book, in the sense that it shows that he’s lived on through the years.” [Questo finale è stato una sfida perché nel libro si passa a un tempo futuro in cui il bambino è cresciuto. Quindi, in qualche maniera, il libro è ancora più ottimistico, nel senso che esplicita che il bambino vive negli anni.]. Commento tecnico di John Hillcoat.

[44] I titoli di coda indicano l’uomo (interpretato da Guy Pearce) come “Veteran” [Veterano]. Il romanzo (p. 214) definisce l’uomo “Un reduce di antichi scontri, barbuto, con una cicatrice sulla guancia, l’osso fracassato e l’occhio ballerino.” e con un problema di articolazione della mascella.

[45] Atto di punizione in una comune, marchio di infamia, o condizione estrema per ottenere la libertà, l’amputazione del pollice rimane un mistero introdotto da Hillcoat, come simbolo di ambiguità morale. Per una prolifica discussione tra spettatori vedi https:/goo.gl/bzR3el

[46] Il fratello corrisponde al bambino avvistato dal figlio all’esterno della casa natale del padre (seg. 21, p. 8) ritenuto, però, solo un’allucinazione.

[47] I latrati di cane e i passi sentiti nella notte dal rifugio sotterraneo
(seg, 26, p. 9) possono riferirsi alla presenza, in superficie, del veterano intento a esplorare la zona (1:01:39). L’ipotesi sembra essere confermata dalla moglie dell’uomo quando informa il bambino di un loro precedente pedinamento (1:42:51). Si profila, altrimenti, un valido mistero irrisolto.

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