The Hivenh #06 — Apocalissi

Rubrica ibrida tra informazione e ispirazione dedicata a cinema, videogiochi e marketing.

Humenhoid
8 min readDec 19, 2020

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THE HIVENH #06 — Apocalissi

Cari Humenhoidi,

Bentornati in The Hivenh, la rubrica ibrida tra informazione e ispirazione dedicata a cinema, videogiochi e marketing.

Oggi parliamo dell’affascinante e ansiogeno concetto di apocalisse esplorando la rappresentazione della fine del mondo soprattutto in scenari futuristici a componente preistorica, con interessanti diversificazioni e specifiche affinità.

Se avete suggerimenti o curiosità, potete contattarmi anche tramite LinkedIn.

Entriamo nel flusso di The Hivenh!

Waterworld

Waterworld (K. Reynolds, 1995) è uno dei miei racconti apocalittici preferiti e, nonostante i difetti innegabili, conserva tuttora un enorme potenziale narrativo. Secoli dopo lo scioglimento dei circoli polari, la Terra è diventata un unico enorme oceano. I superstiti vivono su imbarcazioni o in avamposti marini comunitari. Durante una trattativa mercantile in un atollo fortificato, il “Navigatore” (Kevin Costner) è arrestato e condannato a morte come essere mutante. Quando l’esercito di pirati Smokers, comandati da Deacon (Dennis Hopper), attacca la zona, le abitanti Helen e Ilona liberano l’uomo misterioso e decidono di fuggire insieme alla ricerca di un’isola leggendaria.

Qui potete vedere l’evocativa sequenza di battaglia, quando gli Smokers attaccano l’atollo fortificato. La scena è poi parzialmente riprodotta nel parco divertimenti di Universal dedicato a Waterworld, a Singapore. Ironicamente, qualcuno ha proposto un nuovo promo ufficiale rimontato con la colonna sonora di Mad Max: Fury Road (2020), e qui trovate una breve intervista a Kevin Costner.

Come curiosità, il progetto cinematografico aveva già previsto un ufficiale adattamento editoriale in romanzo, una serie di fumetti (Waterworld: Children of Leviathan) e un videogioco, rappresentando un prototipico tentativo di sperimentazione transmediale. Molto interessante in Waterworld (come in Mad Max: Fury Road) è anche l’aspetto linguistico, con la presenza di nuovi idiomi ed espressioni derivate dall’evoluzione della nuova civiltà preistorica.

Aspetteremo con interesse il futuro ritorno dell’Ittus Sapiens in viaggio tra gli oceani con il suo iconico trimarano. Sarebbe fantastico immaginare un riavvio del mondo di Waterworld in forma cinematografica, televisiva e videoludica (viste anche le recenti potenzialità tecnologiche di Unreal 5).

Mad Max: Fury Road

Se parliamo di proprietà intellettuali con mondi apocalittici a componente preistorica, la saga di Mad Max (iniziata nel 1979) è un altro caso di studio fondamentale e tra i miei esempi preferiti. La potenza visionaria del regista australiano George Miller è tornata nel 2015, con Mad Max: Fury Road (6 premi Oscar), presentato come un riavvio narrativo.

Viaggiatore solitario in un mondo ormai devastato, Max (Tom Hardy) è imprigionato da una comunità di predoni guidata da un re schiavista chiamato Immortan Joe, sovrano della Cittadella. Ritrovatosi a fuggire a bordo di un veicolo blindato con la soldatessa traditrice Furiosa (Charlize Theron), Max si allea con la fuggitiva e insieme intraprendono un viaggio nel deserto attraverso intemperie e inseguimenti per ottenere la loro libertà definitiva.

Vi consiglio il promo di anteprima, il secondo frenetico promo ufficiale (con il Dies Irae del Requiem di Verdi), e il successivo. Difficile rimanere calmi.

Qui potete ammirare uno splendido documentario ufficiale, con interviste esclusive e materiali d’archivio estremamente interessanti, inclusi approfondimenti sulla concezione narrativa del mondo finzionale (mappa inclusa).

La colonna sonora è stata realizzata da Tom Holkenborg (Junkie XL). Qui trovate un’intervista biografica, ambientata nel suo impressionante studio di Los Angeles. In un’altra breve intervista, Tom parla della diversificazione strumentale ricercata per identificare il profilo psicologico dei protagonisti Max (Tom Hardy) e Furiosa (Charlize Theron) con specifici strumenti musicali e combinazioni melodiche.

Segnalo inoltre che il mondo di Mad Max: Fury Road è stato espanso attraverso una serie di fumetti ufficiale (con la partecipazione diretta di George Miller) e nel videogioco Mad Max (Avalanche, 2015) e continuerà in almeno altri tre film previsti, con il prossimo progetto dedicato alla storia di Furiosa (interpretata da Anya Taylor-Joy), in un periodo precedente al racconto di Fury Road.

The Road

Basato sul romanzo di Cormac McCarthy (2006), The Road (2009) è diretto dal regista australiano John Hillcoat e adattato in versione cinematografica dallo sceneggiatore britannico Joe Penhall.

Il racconto è incentrato sul viaggio di un uomo e di un bambino, diretti a piedi verso la costa meridionale degli Stati Uniti trasportando soltanto un carrello di poche provviste, in un disperato tentativo di sopravvivere a un clima proibitivo in un territorio ormai disabitato e pericoloso.

Tra animali estinti, colture scomparse e incendi perenni, la tragica visione immaginata da McCarthy e Hillcoat (con l’importante contributo fotografico di Javier Aguirresarobe, e scenografico di Chris Kennedy) restituisce un mondo totalmente devastato, deteriorato in un ecosistema ostile dove l’umanità è divisa tra profughi disperati e bande di cannibali armati.

Qui potete vedere il monologo introduttivo del Padre (a mio avviso, una delle migliori interpretazioni di Viggo Mortensen, in italiano doppiato straordinariamente da Pino Insegno). Abbandonato il comune e predominante dominio fantascientifico a componente futuristica (tecnologia avanzata, astronavi, androidi, pianeti e alieni, mutanti, mostri, o soggetti con poteri straordinari), e declinata ugualmente la fantascienza apocalittica a tema preistorico o retrofuturistico, The Road esplora lo scenario distopico di una verosimile crisi umanitaria universale con cupo realismo e profonda emozione, in una dimensione scenica orientata a combinare minimalismo narrativo e realismo estremo.

È mio dovere non mostrarvi il promo ufficiale, poiché è stato realizzato senza l’autorizzazione del regista e con materiale di premontaggio non ancora definitivo, pubblicato aggiungendo didascalie e scene poi eliminate dal progetto finale. La fallimentare campagna promozionale è poi continuata con enormi problemi distributivi, creando un’amara disputa tra il regista John Hillcoat e la casa di produzione (Weinstein), sabotando interamente il progetto.

Qui trovate la mia analisi in dettaglio, con tutte le inquadrature del film e un confronto tra le informazioni del romanzo e della sceneggiatura, comprensiva delle scene eliminate, dove suggerisco alcune idee creative per attualizzare l’intero racconto valorizzandone l’elevato potenziale immersivo.

Consiglio inoltre il romanzo nella curata edizione italiana di Einaudi. Lo rileggo ciclicamente, e ogni volta scopro con sorpresa frasi e dettagli che non avevo mai notato prima.

See

La serie originale di Apple, See (1 stagione attiva), con Jason Momoa, ci porta in un futuro apocalittico a componente preistorica dove gli esseri umani, sterminati in passato da un misterioso virus, sono ormai tutti ciechi. L’improvvisa nascita di due gemelli vedenti avvera però una mistica profezia e scatena una guerra civile tra la tribù degli Alkenny e la regina di Payan.

Tra riferimenti biblici, neologismi linguistici e brutali combattimenti, See si inserisce con originalità in una dimensione narrativa con elementi tribali attualmente poco esplorata, e probabilmente destinata a diventare influente. Scritta da Steven Knight (creatore di Taboo, Peaky Blinders), la serie è di 8 episodi, disponibili con Apple+ (potete fare l’abbonamento gratuito di prova e poi disiscrivervi).

Se siete incuriositi, vi segnalo quattro brevi video promozionali sui retroscena progettuali (anteprima, mondo, storia, viaggio). A fini di realismo e di inclusività, la serie comprende inoltre attori e professionisti realmente ipovedenti e ciechi.

Qui trovate un interessante approfondimento sulle prestazioni sceniche degli attori e un’intervista ufficiale a Jason Momoa e Alfre Woodard.

Horizon Zero Dawn

Horizon Zero Dawn (Guerrilla Games, 2017) ha unito in ottica originale la componente preistorica a un contesto biorobotico, riuscendo a restituire un interessante scenario preistorico con elementi futuristici. 1000 anni nel futuro, un evento catastrofico ha riportato la civiltà umana a uno stato preistorico: la Terra è ora dominata da creature biomeccaniche e i superstiti vivono in comunità tribali. Giovane cacciatrice, Aloy lascia la terra natale per iniziare un viaggio nei territori selvaggi: qui, l’indagine su una nuova specie di automi armati e la scoperta di antichi segreti la condurranno a scoprire le proprie misteriose origini.

Vi invito a vedere la spettacolare dimostrazione ludica, con Aloy impegnata in momenti di esplorazione e di combattimento.

Per approfondire le scelte creative vi propongo quattro video dedicati al mondo narrativo: Evolution of the Machines, Creating a New World, Secrets of the Past e Earth Is Ours No More.

Guerrilla Games è attualmente in fase di sviluppo del secondo capitolo videoludico, Horizon Forbidden West. Qui trovate inoltre una breve intervista di anteprima con il direttore videoludico, Mathijs de Jonge.

Si conclude qui il nostro sesto flusso!

Tranquilli, parleremo prossimamente di altri importanti casi di studio. Ora finisco di preparare lo zaino e scendo nel rifugio antiatomico fino a domani. Non si sa mai.

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Buona settimana!

— Enrico

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I’m a creative research unit specialized in immersive entertainment and transmedia storytelling with focus on cinema, tv series, and videogames | humenhoid.com